martedì 14 giugno 2011

Fistole anali e rettali

Classificazione delle fistole secondo Parks, basata sulla sede e sul decorso del tramite fistoloso:

1) Fistole Intersfinteriche (45%) il tramite ha sede tra sfintere interno ed esterno; possono presentare orifizio esterno in sede perianale bassa oppure non presentare alcun orifizio esterno in questo caso si tratta di un ascesso anale chiuso.

2) Fistole Trans-sfinteriche (30%) il tramite attraversa lo sfintere esterno rimanendo sempre al disotto del muscolo puborettale , il tramite raggiunge cosi lo spazio ischio-rettale ed arriva cosi alla cute. In queste fistole è quindi riconoscibile un orifizio secondario molto più laterale rispetto al margine anale

3) Fistole Soprasfinteriche (20%) il tramite a partire dallo spazio inter-sfinterico si propaga verso l’alto sempre nello spazio intersfinterico, oltrepassa perforando l’elevatore dell’ano e quindi scende nella fossa ischio rettale fino alla cute esterna. Queste fistole non attraversano gli sfinteri.

4) Fistole Extrasfinteriche (5%) il tramite subisce un percorso anomalo attraversando il muscolo elevatore dell’ano e sempre al di fuori dello sfintere esterno giungono nello spazio pelvico. Sono spesso esiti di ascessi di origine addominale, pelvica o di altra natura. In pratica sono fistole retto-perineali.

lunedì 13 giugno 2011

Diverticolite e anatomia del colon

Con il termine Colon intendiamo: colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma.

Le TENIE sono tre nastri isolati di muscolatura liscia disposti longitudinalmente sulla superficie esterna del colon, subito al di sotto della sierosa.
I diverticoli sono generalmente compresi tra la tenia mesenterica e le due tenie antimesenteriche poichè a questi livelli la parete risulta indebolita dall'ingresso dei vasi retti (o vasa recta) che creano un punto di discontinuità nella tonaca muscolare.

Eziopatogenesi della malattia diverticolare:
- aree a minor resistenza nella parete del colon (e del sigma in particolare dove sono localizzati il 70% dei diverticoli)
- dieta povera di fibre vegetali o malattia del colon irritabile: due aspetti correlati ad un'aumentata pressione intraluminale

lunedì 13 dicembre 2010

Embriogenesi della faccia (e labio-palato-schisi)

Lo splancnocranio deriva quasi completamente dal mesenchima dei primi tre archi branchiali (sono 6 in totale). Gli archi branchiali, costituiti da blocchi di mesoderma accoppiati e verticali, si sviluppano lateroventralmente nella ragione della testa e del collo, adiacenti allo stomodeo (orifizio che diverrà poi la bocca) e all’orofaringe primitivo. Da esso originano le componenti ossee, muscolari, cartilaginee e il derma di gran parte di queste regioni.

Gli archi branchiali sono costituiti da un nucleo centrale mesodermico (cartilagine e poi osso per ossificazione diretta; vasi; muscolo; tessuto nervoso) ricoperto esternamente da ectoderma e internamente da endoderma.

Per quanto riguarda la componente ossea, il primo arco branchiale o arco mandibolare, ha una importanza principale: da esso originano il processo mascellare, da cui derivano il mascellare, l’osso zigomatico, il palatino, parte della squama del temporale e il processo mandibolare, da cui origina la mandibola, l’incudine e il martello.

- Il mascellare superiore risulta costituito da due porzioni distinte per la diversa origine embrionale: la porzione mascellare, che deriva dal processo mascellare del primo arco branchiale e la premaxilla che origina dal processo nasale mediale; la premaxilla costituirà la porzione dell’arcata alveolare comprendente il gruppo incisivo superiore e il palato primitivo.

- L’osso palatino origina dal processo mascellare; con la formazione del palato, la cavità della bocca primitiva viene suddivisa in due regioni: le cavità nasali, in alto, e la cavità della bocca definitiva, in basso, entrambe in comunicazione con la faringe.

- L’osso zigomatico deriva dal processo mascellare

Il secondo arco branchiale forma la staffa dell’orecchio medio, il processo stiloideo dell’osso temporale e la parte superiore dell’osso ioide.

Dal terzo arco branchiale originano il grande corno e la porzione inferiore del corpo dell’osso ioide.

Si ritiene che il tetto della bocca primitiva sia in gran parte di origine ectodermica, e che il pavimento sia di origine endotermica.

Il solco labiale, che separa l’abbozzo del labbro dall’abbozzo delle gengive e forma in questo modo il vestibolo della bocca.

La muscolatura di entrambe le labbra deriva dal mesoderma dell’arco ioideo e verrà innervata dal nervo faciale.

I muscoli mimici hanno origine dal secondo arco branchiale mentre i muscoli masticatori dal primo arco branchiale.

I processi palatini si fondono alla decima settimana di sviluppo, sia tra di loro che con il palato primitivo e con il setto nasale. La linea di fusione dei processi palatini resta visibile e costituisce il rafe mediano, mentre il punto d’incontro fra questa linea e il palato primitivo delimita una piccola cavità che è chiamata forame incisivo.

Il palato primitivo e la porzione anteriore del palato secondario vanno incontro a processi di ossificazione e danno origine al palato duro. La porzione posteriore del palato secondario forma il palato molle e l’ugola.

sabato 26 giugno 2010

Il retroperitoneo

Insieme delle strutture comprese tra:
- limite anteriore: peritoneo parietale posteriore
- limite posteriore: parete posteriore della cavità addominale (fascia trasversale dell’addome)
- limite superiore: diaframma
- limite inferiore: pavimento pelvico
- limiti laterali: inserzioni posteriori dei muscoli della parete addominale

Tale spazio anatomico retrosieroso è occupato da abbondante tessuto connettivo lasso e tessuto adiposo, entro il quale sono disposti:

- surreni
- reni e le loro vie escretrici
- aorta
- le arterie iliache comuni e le arterie iliache esterne
- le vene iliache e la vena cava inferiore
- i linfonodi iliaci e lomboaortici
- i vasi linfatici tributari della cisterna del Pecquet
- la porzione lombare del tronco del simpatico
- il plesso nervoso solare o plesso celiaco.

lunedì 19 aprile 2010

I filamenti intermedi

All’interno del citoplasma di ogni cellula sono contenuti i FILAMENTI INTERMEDI che sono filamenti rigidi molto resistenti alla trazione, dotati di attività statico-strutturale (costituenti il citoscheletro), connessi al plasmalemma, costituiti da caratteristiche proteine fibrose a seconda del tipo cellulare considerato:
- CITOCHERATINE (a basso e alto Peso Molecolare): caratterizzano le cellule dei tessuti epiteliali
- Filamenti di VIMENTINA: caratterizzano le cellule dei tessuti connettivi fibrillari (fibroblasti)
- Filamenti di DESMINA: uniscono le miofibrille al plasmalemma
- Filamenti di GFAP (proteina fibrillare acida delle cellule gliali): caratterizzano astrociti e cellule ependimali
- NEUROFILAMENTI che si raccolgono in strutture di ordine superiore: NEUROFIBRILLE
- Filamenti di LAMININA, che disponendosi a rete, costituiscono la LAMINA NUCLEARE

martedì 1 dicembre 2009

Sindrome di Morgagni-Adams-Stokes

Quadro clinico transitorio di improvvisa debolezza o perdita di coscienza (sincope), con o senza convulsioni, correlato ad una condizione di temporanea ischemia cerebrale (cessazione provvisoria di apporto di sangue al cervello) che trova la sua causa più frequente in una asistolia cardiaca (condizione che si può sviluppare nel corso di alcune aritmie, come per esempio nel blocco atrioventricolare severo o completo e nella malattia del nodo del seno), ma anche nella fibrillazione ventricolare, nella tachicardia ventricolare protratta a frequenza molto alta.

Dal punto di vista clinico, tutto dipende dalla durata dell'asistolia e dell'ischemia cerebrale conseguente.

- Quando un blocco AV completo provoca una bradicardia con frequenza superiore ai 30 batt/min, il paziente può non accusare alcun sintomo soggettivo a riposo, soprattutto se, a parte la lesione del tessuto di conduzione, non vi siano altri danni miocardici. In caso di compromissione miocardica associata al disturbo di conduzione oppure durante sforzi intensi, possono manifestarsi segni di bassa portata circolatoria, quali: astenia, dispnea e/o angor.

- Per frequenze inferiori ai 30 battiti al minuto o per arresti ventricolari di durata inferiore ai 10 secondi, possono manifestarsi vertigini o lipotimie, intendendo una perdita di conoscenza non necessariamente completa e comunque non improvvisa in quanto preceduta da un complesso prodromico caratterizzato da instabilità, pallore, sudorazione fredda, senso di nausea.

- Qualora, invece, l’arresto ventricolare abbia durata superiore a 10 secondi, si manifesta la vera Sindrome di Morgagni-Adams-Stokes caratterizzata da una sincope, cioè una perdita improvvisa e completa di conoscenza, e caduta a terra.

- Qualora, nell’ambito di questa sindrome, l’arresto ventricolare si protragga oltre i 25 secondi, alla perdita di conoscenza si associano convulsioni tonico-cloniche seguite, per arresti ventricolari superiori a 45 secondi, da incontinenza sfinteriale. Se non si interviene con manovre di rianimazione cardio-respiratoria (massaggio cardiaco esterno, respirazione assistita) dopo 3-4 minuti di black-out, si verificano lesioni ischemiche irreversibili delle cellule del sistema nervoso centrale.

Altri sintomi possono essere pupille fisse (non reattive a stimoli luminosi), incontinenza, segno di Babinski bilaterale con il ripristino dei battiti cardiaci. Colpisce generalmente dopo i 40 anni, ed è correlata a malattie cerebrali ed cardiache (es. gravi aritmie).

Di solito la durata della crisi è breve, anche se può arrivare a 60 secondi ed oltre. Ma la sua comparsa consiglia l'impianto di un pacemaker, che salvaguarderà la vita del paziente. Da quando questo provvedimento è entrato nel protocollo abituale, la prognosi è totalmente cambiata, e i casi di morte sono diventati rari.